Orcia DOC: da Siena un’altra eccellenza made in toscana

Orcia DOC: da Siena un’altra eccellenza made in toscana

Con il nome Orcia DOC ci si riferisce ai vini rossi, bianchi e rosati e un particolare Vin Santo italiano prodotti nella provincia di Siena, Toscana che dagli anni 2000 possono fregiarsi del titolo di Denominazione di Origine Controllata.

La coltivazione e la vinificazione di questi vini è consentita solo nella provincia di Siena ed unicamente nei comuni di Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Buonconvento, Trequanda e parti dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano, Montalcino, Sarteano, San Casciano dei Bagni e Torrita.

I vitigni dell’Orcia Doc

L’Orcia DOC è un vino rosso che, per disciplinare, deve contenere almeno il 60% di Sangiovese.

Il restante 40% deve provenire da uve di vitigni sempre bacca rossa, autoctoni e ammessi dalla regione Toscana.

In aggiunta, è ammesso anche un 10% di uva proveniente dai vitigni a bacca bianca che devono però sempre essere autorizzati alla coltivazione nella regione Toscana Il vino Orcia DOC può essere prodotto in versione Sangiovese e Orcia Sangiovese Riserva:

in questi casi la percentuali si alzano, infatti un Orcia Doc sangiovese e un riserva devono contenere almeno il 90% di Sangiovese.

Possono essere aggiunti un massimo del 10% di Canaiolo nero, Colorino, Ciliegiolo, Foglia tonda, Pugnitello e Malvasia nera.

L’Orcia può fregiarsi del blasonato titolo di “Riserva” se ha maturato per almeno 24 mesi, di cui almeno 12 mesi in botti di legno.

L’Orcia Sangiovese deve aver maturato almeno 30 mesi (di cui almeno 24 mesi in botti di legno) prima di poter poter raggiungere la denominazione di “Riserva”.

Rosato e Binaco Orcia DOC

L’Orcia Rosato è un vinto con una percentuale di almeno 60% di Sangiovese ed un massimo del 40% di altri vitigni a bacca rossa.

Il restante 10% deve essere necessariamente bianco e provenire da vitigni autoctoni toscani.

L’Orcia Bianco, invece deve contenere almeno il 50% di Trebbiano Toscano.

Il restatnte 50% come negli altri casi, dvee comunque provenire da vitigni autoctoni a bacca bianca toscani.

Il vin Santo Orcia

Come già detto, esiste anche l’Orcia vin Santo e questo deve contenere almeno il 50% di Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, che possono essere anche uniti insieme, rispettando le percentuali indicate.

Il restante 50% deve essere ancora una volta proveniente da uva a bacca bianca ammessa alla coltivazione nella regione Toscana.

Il vin Santo Orcia deve avvenire unicamente in recipienti di legno, e deve invecchiare non meno di 18 mesi.

Successivamente, l’affinamento può avvenire anche in bottiglia, ma in ogni caso, non può essere venduto prima dei tre anni dalla vendemmia.

Il Vin Santo, nella tradizione toscana, viene spesso offerto agli ospiti a fine pasto, oppure come simpatica merenda per spezzare la giornata.

Anche Il vin Santo Orcia DOC, è un abbinamento perfetto con formaggi erborinati e stagionati, ma da il suo massimo con i rinomati cantucci o con i biscotti di mandorle sensi.

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