Le erbe aromatiche: dall’antichità ad oggi

Sin dall’antichità l’uomo è stato affascinato dall’uso delle erbe come fonte di cibo e benessere per il corpo. Inizialmente erano chiamate piante officinali, il termine fu ripreso dalle officine, ovvero antichi laboratori, all’interno dei quali venivano estratte le sostanze utilizzate come medicinale.

Nel tempo questo termine veniva usato in riferimento a due tipologie di erbe, quelle aromatiche e quelle medicinali.

Le prime sono piante che contengono delle sostanze biochimiche di sapore e odore gradevole. Sono particolarmente utilizzate come condimento in cucina, ma anche per la preparazione di olii essenziali e prodotti salutistici. Le piante medicinali invece, sono esclusivamente per usi terapeutici.

Dalla preistoria ai giorni nostri tante sono le civiltà che introdussero nelle loro attività quotidiane le erbe. In Cina veniva fatto un largo impiego di piante come il ricino, la canfora o la canapa per curare le malattie.

I Sumeri, gli Assiri e gli Egizi, conoscevo molte varietà di piante e i loro specifici usi, tanto da utilizzarle sia come medicine che come unguenti per il corpo. Sicuramente le civiltà antiche dei greci e dei romani, fecero largo impiego delle erbe aromatiche, dando un apporto notevole alle conoscenze fino ad allora raggiunte.

Grande utilizzo veniva fatto nella cucina, soprattutto per aromatizzare le carni prima della cottura e nei rituali di iniziazione. Gli studiosi di filosofia o di medicina dedicarono molto del loro tempo allo studio delle erbe, uno fra tanti Aristotele, che codificò le proprietà e le virtù di ciascuna pianta allora conosciuta o ancora Ippocrate, che classificò in base all’azione che esercitavano, circa 400 specie con proprietà medicali. Plinio il vecchio, di cui ci è pervenuta una grande enciclopedia in 37 volumi, la Naturalis Historia, dedica ampia trattazione alla botanica con notizie e curiosità sull’utilizzo medicamentoso e culinario delle piante.  

Numerosa fu la letteratura in campo erboristico fino alla fine dell’impero romano, ma con la sua caduta la diffusione delle informazioni sulle erbe e sulle cure diminuì considerevolmente e nel medioevo, lo studio e l’utilizzo delle stesse fu quasi del tutto una prerogativa dei monasteri, che in Europa furono tra i pochi ad occuparsi della coltivazione di giardini di piante medicinali.

A partire dal Rinascimento al contrario si assistette ad un escalation per l’erboristeria, vennero redatti erbari come “De Historia Stirpium” di Ulisse Aldovrandi, studiate piante esotiche, sorsero anche le prime cattedre di botanica sperimentale.  

Furono scritte opere di drammaturgia ispirate alle piante, come la Mandragola di Machiavelli; le piante ispirarono astrologi come Nicholas Culpeper, che consigliava di fare ampio uso delle erbe oppure poeti come Goethe che scrisse tra gli altri il saggio “La Metamofosi delle piante”.

Possiamo dire che lo studio delle piante e dei loro benefici abbia fatto parte della vita dell’uomo sin dall’antichità e che nel corso dei secoli si è assistito ad un progressivo aumento delle conoscenze scientifiche e mediche.

Ad oggi grazie a tutto il bagaglio di informazioni raccolte, siamo in grado di utilizzare le erbe e le piante in differenti campi della quotidianità. Tralasciando il valore medicale ad esse riconosciuto, sicuramente il maggior utilizzo fatto ai giorni nostri è nel campo estetico, in particolare sono utilizzate nei centri benessere o nelle spa umbria e nel resto della nazione, numerose sono infatti le offerte che includono trattamenti per la cura del corpo, a base di erbe aromatiche come il rosmarino, la lavanda e la salvia.